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BUDDHA
(Siddhartha Gautama, Lumbini 566 a.C.? - Kushinagara
486 a.C.?). Maestro religioso indiano. Nacque in una famiglia di casta
guerriera, dal nome Shakya (donde l'appellativo Shakyamuni, l'asceta
di Shakya). Gli Shakya erano a capo di una piccola confederazione dell'Uttara-Koshala,
nell'attuale Nepal, con capitale Kapilavastu. Figlio di Suddhodana, discendente
di Gautama e della moglie Maya, Siddharta (il cui significato è
"scopo raggiunto") trascorse la giovinezza tra agi e godimenti. Verso
i sedici anni sposò la cugina Yasodhara ed ebbe un figlio. La profonda
presa di coscienza del dolore della vecchiaia, della malattia e della
morte lo scosse in maniera tale che decise di cercare una via di liberazione:
a ventinove anni lasciò la reggia e si fece quindi religioso errante
alla ricerca della verità. Dopo essersi avvicinato alle tecniche
yoga sotto la guida di due celebri maestri, si dedicò per sei anni
al digiuno e a pratiche ascetiche di estremo rigore che alla fine abbandonò,
per rivolgersi una sera a una intensa meditazione sotto un albero di "ficus
religiosa" a Bodh Gaya. Quella stessa notte raggiunse il "risveglio" (bodhi,
da cui il suo titolo) ovvero una piena coscienza delle cose da parte dello
spirito. Aveva allora 35 anni. Si recò quindi a Benares dove predicò
per la prima volta la legge (dharma). Durante i quarantacinque
anni successivi esercitò il suo magistero spirituale attraversando
tutta la valle media del Gange. Fondò l'ordine dei monaci mendicanti
(bhikshu). I discepoli più importanti furono Ananda, Kashyapa,
Shariputra, Maudgalyayana. Soggiornò in vari posti, ma soprattutto
presso il monastero Jetavana a Shravasti, che col tempo divenne un modello
ideale di comunità religiosa, il luogo utopico ampiamente descritto
più di mille anni dopo dal monaco cinese Daoxuan (596-667 d.C.).
Si spense all'età di 80 anni, dopo aver predetto la propria morte
imminente.
A. Forte
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